Il cazziatone di Luca Sofri

Era inevitabile: ho fatto incazzare Luca Sofri. Il vassallo di Giuliano Ferrara nel salotto televisivo della trasmissione Otto e Mezzo, la più promettente valletta dopo le partecipanti alla trasmissione Veline, non mi ha perdonato di aver scritto nella rubrica del 26 febbraio scorso che “il vero problema di Adriano Sofri (qualcuno glielo dovrà pur dire prima o poi) sono gli amici che lo difendono. Se sei innocente, la peggiore sfiga che ti può capitare è avere dalla tua in tribunale un parterre di tifosi occupato da Giuliano Ferrara, Gianni De Michelis, Claudio Martelli, Vittorio Feltri e Giorgio Bocca e che “dopo tanto carcere e quasi trent’anni di pressioni, avere imposta l’amicizia di cotanti personaggi rappresenta esclusivamente un’ulteriore violenza gratuita”. Tanto è bastato perché il garantista Luca Sofri in Bignardi si trasformasse – come, si dice, solo lui e i Pokemon sanno fare – in una versione evoluta di giustizialista. Sul proprio sito, riguardo al non luogo a procedere della causa intentata da Gianluca Guidi al sottoscritto, dichiara: “Un maleducato su Clarence si prodigò in volgarità contro la famiglia Dorelli – come Sgarbi con Ida Di Benedetto – e un tribunale ora ha detto che poteva: libertà di satira. Io li trovai dei porci vigliacchi, se posso permettermi della satira”. Prima Gianluca Guidi, poi Luca Sofri: non vorrei aver involontariamente scatenato la rivolta dei figli d’arte alla spasmodica rincorsa della fama dei padri. Spero di non aver inaugurato un filone. Se può servire lo dico subito: non ho nulla contro Gianmarco Tognazzi, Alessandro Gassman, Rosita e Rosalinda Celentano, Ottavio Wojtyla. Anzi, no. Cancellate tutto. Se qualcuno lo chiede, voi non mi avete mai sentito pronunciare l’ultimo nome, ok?

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14 Commenti

  1. Non so se rammaricarmi del meschino e aggressivo sarcasmo di questo messaggio, o del fatto che nel frattempo tu mi abbia mandato una mail in cui mi scrivi “senza rancore”. Fegato, ragazzo: se ti piace lavorare di manganello, non ritirare la mano. Comunque, dici cazzate: attribuire a vendette e vecchi rancori le critiche che si ricevono per le proprie vigliaccherie è un’arma dialettica degna della presente classe di governo. quella su Dorelli fu una porcheria codarda, mentre le cose su mio padre erano semplicemente sbagliate, come ti ebbi a spiegare già con gentilezza e tu ora fai finta di niente. Capisco che la strategia dell’insulto paga e ci si semte piuttosto fighi, ma puoi fare di meglio. Credo.
    Senza rancore, ma un po’ deluso. L.

  2. Aggiungo, perché non ci avevo fatto caso: le cose che ti avevo contestato su mio padre, non sono le stupidaggini che citi, imbrogliando. E tu lo sai. Naturalmente.

  3. Se posso provo a generalizzare un po’: il dibattito su dove finisce la satira e dove comincia l’insulto è vecchio come il cucco. Forse bisogna rimettersi al buon gusto e all’intelligenza di chi scrive e di chi legge. Si può essere pungenti anche usando strumenti meno rozzi – e scegliendosi bersagli più rappresentativi. La satira dovrebbe colpire il potere e i potenti, o no?
    Anche a me non è piaciuto il pezzo sulla famiglia Dorelli, non mi è neanche sembrato così satirico (siamo tutti capaci di prendere per il culo i figli dei VIP, i calciatori analfabeti in ferrari e il collega cornuto, ma questo è al limite umorismo da due soldi al chilo). Se scrivo un pezzo su Giuliano Ferrara sul mio blog, e lo prendo per il culo perchè è un panzone, non credo sia satira. Se invece lo prendo per il culo per le cose che dice, forse si.
    Detto questo, credo che i tribunali non si dovrebbero occupare di queste cose, che andrebbero risolte in altro modo. C’è una preoccupante tendenza a ricorrere agli avvocati per qualsiasi stronzata, e c’è una preoccupante tendenza dei giudici ad applicare prassi burocratiche anche a realtà di cui non sanno un cazzo. Magari invece basterebbe un bel duello all’alba dietro il convento…

  4. ecco un appiglio al dibattito:
    il buon gusto, quello non lo decidono i tribunali. lo stile, neppure. insomma: nel mio personalissimo tribunale inquisitorio, una caduta di stile è ben peggio di una condannina ad una multuccia da poche lire. qui è di stile che si deve dibattere.
    certo che sparare addosso ai figli d’arte mai sbocciati è un pò, come dire, facile. quanto a luca sofri, è figlio d’arte fino a un certo punto. o meglio: mai visto adriano scrivere di musica così bene. certo c’è la bignardi, ma niuno è perfetto. e poi forse lui la conosce meglio di me. idem per giuliano ferrara.
    bacioni
    antonio

  5. Scusate, ma qualcuno è in grado di spiegarmi cosa c’entra Daria Bignardi in questa discussione e nel post di Gianluca Neri?
    E’ per caso la figlia segreta di Adriano Sofri? Ha qualcosa a che fare con Clarence? Ha un padre famoso?
    No perchè ci sarà un motivo serio per cui quando parlate di Luca Sofri spunta sempre lei.
    E non mi dite che spunta fuori solo perchè è la sua compagna , perchè allora dovete tirar fuori anche i nomi delle vostre, cari Gianluca e Antonio, in modo che anche noi si possa “satireggiare” su di loro. O no?

  6. Approfitto per aggiungere due righe: io Luca Sofri lo conosco per quello che scrive, e mi sta pure simpatico. Definirlo figlio VIP, tipo il figlio di Berlusconi, mi sembra abbastanza malevolo, dato che il padre pseudo VIP sta in galera, e non ai Caraibi e nemmeno al governo, e oltretutto per qualcosa che non ha fatto.

  7. carlo scusa, ma non dicevi che “il foglio” lo compravi quando dovevi fare la frittura di pesce? :-)

  8. si, e confermo. Regge bene l’olio. A volte però lo leggo mentre friggo ;-)
    In realtà non compro praticamente nessun quotidiano, la mattina leggo un’ottima rassegna stampa che mi arriva in mail e via pedalare.

  9. sono annichilito. non sapevo che gianluca neri avesse scritto quelle cose su adriano sofri. beh, dire idiozie simili sul maggiore itellettuale italiano, per giunta incarcerato, è cosa piuttosto meschina. quanto a luca sofri, è bravo. impara tu, caro neri, a scrivere come lui.

  10. mi manca cuore e vederne contenuti a monitor non è la stessa cosa ma contiuate così, il virtuale non sara’ mail il reale ma meglio di clarence c’è solo lo sbiadito ricordo delle pagine verdoline

  11. Riporto dal Forum di Clarence (sul quale anche Luca è intervenuto) due interventi. Quanto al “senza rancore”, Luca, in parte era riferito a ciò che avevi scritto tu di noi, in parte a ciò che avevi scritto io su di te e ti stava arrivando. Non vi ho visto nulla di male, sinceramente. Anche per me finisce qui. Altrimenti non potrò parlar bene poi di molte cose che scrivi, come nel 42 di oggi…

    * randomaze:
    Ho riletto il 42 in questione.
    Non ho trovato riferimenti diversi dalle stupidaggini citate. Forse sono distratto ma mi chiedo: perché dici che imbroglia? cosa non ha detto?

    * one_neo:
    Forse e’ il caso di essere un po’ meno ermetici…
    Il Quarantadue di partenza e’ datato 26 febbraio: e me lo ricordo benissimo, scritto bene e assai condivisibile. Oltretutto molto attento a non offendere la figura di Adriano Sofri, e a non prendere posizione sull’intera vicenda giuridica.
    A distanza di cinque (!!) mesi Luca Sofri si leva il proverbiale sassolino dalla scarpa e dal suo sito prende a pretesto la vicenda Dorelli-Clarence per dare del porco vigliacco a chi di dovere. Clarence risponde e qui sopra appare un simpatico messaggio in cui “Unregistered”, ovvero “L”, aggiunge qualche dettaglio totalmente incomprensibile a chi non ha partecipato al carteggio Neri-Sofri.
    Ci spieghiamo meglio? Ci rendete partecipi? Impariamo anche a firmare i messaggi dei forum con un nome riconoscibile, fosse anche Pippo? Altrimenti rimane la solita querelle tra iniziati ed e’ assolutamente inutile aprire un forum.
    Poscritto. Gli articoli su Dorelli sono uno dei pochi punti bassi toccati da Clarence (sono d’accordo, ndr). E’ una vicenda iniziata male e finita peggio, nonostante il successo in tribunale. Anche ai migliori cuochi capita una serata storta. D’altro canto se io dovessi rinascere vorrei rinascere Luca Sofri. Sovraesposto chiaramente grazie ai propri meriti e non al cognome che porta, multimediale – carta stampata, televisione, internet, dove scrive in un sito grondante stucchevoli amenita’ come raramente si vede…
    Che bella storia, che bell’esempio.
    Fegato, caro Unregistered, ci vuole fegato per essere come Luca Sofri.

  12. Lo so che non ne potete più, ma forse l’ultimo messaggio merita risposta: la questione su mio padre fu trattata da Neri alludendo a “poltrone” che mio padre aveva occupato, e cose così. Di quello gli rimproverai e chiesi ragione: non delle battute sul parterre dei difensori di Sofri. Non credo di avere più quel carteggio, peraltro vecchio già allora, per poter aggiungere maggiori dettagli. Quanto all’Unregistered: so che passerò per coglione, altro che multimediale, ma mi è sfuggito di riempire quel campo e infatti dopo mi sono reso conto che quella semplice iniziale era un po’ criptica. Hai ragione. Il resto del sarcasmo lo capisco un po’ sì e un po’ no. Ciao, occupiamoci di cose migliori. Lucasofri.

  13. Sono un ragazzo napoletano e sto cercando un’ email della redazione di ottoemezzo, tua o di Ferrara, perchè vorrei mandarvi due poesie del ’69 di un padre cristiano a detta di molti profeta: p. Turoldo. Credo sia molto importante… grazie!

  14. Scusa cono una 66enne frana per quanto riguarda l’uso di internet. Spero ti raggiunga la precisazione che la frase “dio c’è” che trovi spesso in autostrada sui cartelli stradali non ha niente di religioso ma semplicemente informa gli utilizzatori che nei paraggi si può acquistare la droga. Cosi mi è stato detto da un medico del SERT.
    Ciao.
    Giuliana

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