Onestamente lo immaginavo, ma ne ho avuto la conferma: prendersi per il culo da soli serve. Ha funzionato per Winona Ryder, che ha acconsentito a farsi ritrarre sulla copertina del magazine “W” indossando la maglietta-culto “Free Winona”, ideata dal titolare della catena di negozi “Y-Que” (“E allora?” in spagnolo) Billy Tsangares, e venduta in centinaia di migliaia di esemplari. L’attrice è stata accusata di aver rubato vestiti per 5000 dollari, ma Slate, il magazine di casa Gates, ora la difende: l’ufficio del district attorney di Los Angeles starebbe cercando una rivincita dopo il caso di O.J. Simpson. L’avvocato Steve Cooley (che ricopre un ruolo equivalente ai nostri Pubblici Ministeri) pare infatti ossessionato dalla causa, alla quale sta dedicando ogni risorsa, arrivando ad organizzare una conferenza stampa appena 24 ore dopo l’arresto, o incriminando la Ryder per il possesso di due pasticche della versione generica (quindi con nome diverso) di un farmaco di cui ha potuto produrre la ricetta. Trattasi, quindi, di complotto dei giudici. La frase magica deve aver ispirato Silvio Berlusconi, al quale è bastata una battuta per spazzare in un sol colpo le pesanti dicerie che si erano diffuse vox populi (e che persino Bice Biagi ha preteso fossero cancellate dalla sezione del sito di Novella 2000 in cui gli utenti segnalano i propri gossip) riguardanti la presunta relazione tra la moglie Veronica Lario e il filosofo Massimo Cacciari: «Rasmussen è anche il primo ministro più bello d’Europa… Penso di presentarlo a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari… Secondo quello che si dice in giro… Povera donna». Sarà. La differenza è che, per partito preso, io a Winona le credo.
Elogio dell’Auto-Gossip
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