Giuro: l’ultima volta e poi smetto. Non ce l’ho fatta: sono tornato sul forum de l’Espresso attraverso il quale la scrittrice “dark” Isabella Santacroce mantiene il contatto con i propri lettori. Ero pronto a tutto, deciso a studiare il fenomeno. O, almeno, a capirne la prosa. Equipaggiamento per la missione: a) traduttore universale palmare del tipo utilizzato dal capitano Jean-Luc Picard; b) Pesce Babele (specie ittica descritta da Douglas Adams, capace di interpretare qualsiasi idioma) inserito nell’orecchio; c) Olga Fernando, sottratta al Costanzo Show; d) analizzatore di onde sonore portatile in dotazione ai ricercatori del progetto SETI; e) tastierina Bontempi per suonare le cinque note di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” nel caso in cui le su elencate forme di comunicazione si fossero dimostrate inefficaci. Volevo capire. Dovevo. C’era sicuramente un livello di lettura a cui non avevo accesso. Non potevo accontentarmi della sintetica e sommaria definizione utilizzata da Roberto Cotroneo per liquidare gli scritti della Santacroce: «Stronzate». E così ho iniziato a leggere: “Selvaggia notte che esplode. S’innalza nel cielo il suo gesto del cuore. Piccola starlet randagia tra i mostri. E continuare come prima. Così veloce e così immortale… La fiaba dell’ottagonale castello delle vite mostruose nel bosco… Immagina un dimezzato angelo che in volo s’arresta. Quell’ala sinistra recisa che liberazioni implode… Nella serra serrata dei fiori a volte entra qualcuno che sputa eppure siamo qui con dolcezza. Nient’altro. Rimani… Ho conosciuto la signora corrosa dagli arti recisi. Si muove sopra rotelle incollate alla carne. Suo marito la ribalta quasi fosse un carello per gli accoppiamenti. Rimani”. Niente: facevo bene a fidarmi di Roberto Cotroneo.
Il richiamo della Santacroce
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tu della santacroce nn hai capito un cazzo!!!lasciatelo dire!
non leggere certe cose se non riesci ad entrarci dentro…