Chi per primo ha affermato che ne uccide più la penna che la spada deve aver conosciuto Geminello Alvi, il curatore della rubrica “Diario d’autore” in prima pagina sull’edizione milanese del Corriere della Sera del martedì. A proposito di Alvi, leggo, su un vecchio numero de l’Espresso, una recensione di Marco Belpoliti: “Scrive in un moderato cantabile, un canticchiato ilare e leggero, con qualche piccolo refrain all’inizio di frase: Ma, Per, Un. Usa imperfetti, gerundi e passati remoti come se fossero tasti del pianoforte”. Credo si tratti della prima recensione al mondo che supera in qualità l’opera. In ogni caso, concordo: Alvi utilizza le parole come tasti del pianoforte. Ora il problema è insegnargli a suonarlo. Riporto parte della sua rubrica, basata sull’immaginaria trascrizione di una lettera di Boris Petrovic, poeta post sovietico a Milano, indirizzata ai parenti nel Caucaso: “Caro Dimitri, siccome qui a Milano non ci sono più bambini, tutti porterebbero i vecchietti a fare giri sotto casa. E però non si trovano più le infermiere. Alvi allora mi ha dato uno zio che ha dei vuoti di memoria. Ma a spasso non ci voleva venire, e mi ha tirato una bastonata sul collo, perché si è abituato alle filippine, e non mi poteva toccare. In filobus però mi ha detto che è stato alpino sul Don dov’era anche mio padre cosacco. E allora io ed anche l’autista abbiamo pianto. Ma lui intanto era sceso dal tram e me lo ero perso. E quando sono andato in questura, lì mi hanno detto che si era fidanzato. O almeno così ho capito. Invece era sulla Paullese con una moldava, mentre passava il prete che la sera vuole redimere le prostitute. Lui ci ha litigato, e allora lo hanno esorcizzato”. Geminello Alvi è un economista (peraltro rinomato) prestato alla scrittura. Il punto è: come restituirlo, anche senza avere indietro la cauzione?
Economisti rubati all’agricoltura
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Su, su non dobbiamo essere troppo duri ed inflessibili con Geminello. Con un po’ di buona volontà (da parte nostra) ci va anche un po’ ridere. Lo so che nonostante la buona volontà (sempre da parte nostra) la risata rimane sempre a denti stretti… tanto stretti da somigliare, pericolodamente, ad un ghigno !
Su, su non dobbiamo essere troppo duri ed inflessibili con Geminello. Con un po’ di buona volontà (da parte nostra) ci fa anche un po’ ridere. Lo so che nonostante la buona volontà (sempre da parte nostra) la risata rimane sempre a denti stretti… tanto stretti da somigliare, pericolosamente, ad un ghigno !