Chi piscia controvento

Ieri a Catania avrebbe dovuto essere distribuito il primo numero del giornale antimafia Controvento, progettato e firmato da Riccardo Orioles, uno degli artefici di due mai eguagliati esempi di giornalismo: I Siciliani di Giuseppe Fava e Avvenimenti. Controvento è morto fresco di stampa all’uscita dalla tipografia, sulla soglia del distributore che, dopo aver letto un articoletto dello stesso Orioles riguardante un potente della zona, ha deciso di non diffonderlo nelle edicole. L’oggetto del pezzo era Mario Ciancio, ex presidente della Federazione Editori, direttore ed editore del quotidiano La Sicilia, azionista della Gazzetta del Mezzogiorno e della Gazzetta del Sud, nonché proprietario di varie televisioni locali. Grazie a Ciancio a Catania è vietato acquistare l’edizione regionale de la Repubblica: dal momento che è lui stesso a stamparla, non gradisce gli si faccia concorrenza in casa. I catanesi che non si accontentano dell’edizione nazionale sono costretti a recarsi fino a Taormina, in provincia di Messina. La Repubblica (e gli altri quotidiani che, in base ad una regola ferrea ma non scritta, non vengono nemmeno esposti) calano le brache. L’ombra sinistra proiettata dal nome di Ciancio è dovuta all’aver cazziato in presenza di un mafioso un giornalista reo di averne tirato in ballo gli affari; agli stretti rapporti e ai favori resi ai cavalieri catanesi e al divieto di pubblicare necrologi delle vittime di mafia. Luca Cordero di Montezemolo, nuovo presidente della Federazione Editori, tace. Chi sa dire se per distrazione, o perché la Publikompass del gruppo Fiat/La Stampa risulta essere la concessionaria di tutte le attività editoriali di Ciancio?

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