Quel che è giusto è giusto: onore a due penne che hanno meriti diversi e diverse radici politiche, spesso ignorate da questa rubrica o, tutt’al più, rese oggetto di bonarie prese per i fondelli. La prima è quella di Mattia Feltri, figlio di Vittorio ed editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara, che ha sapientemente liquidato l’intervista a Fidel Castro portata a casa dall’ex valletta ed ex compagna del capro espiatorio di casa Berlusconi attraverso un commento geniale e lapidario: “A pagina 11 del Giornale corrispondenza dall’Avana di Katia Noventa, ex fidanzata di Paolo Berlusconi. Ecco che vuol dire essere ricchi: anziché cercarle a Cuba, mandarcele”. Tanto di cappello, infine – e questa volta è più che dovuto – a Michele Serra e alla sua “Amaca” su Repubblica del 7 giugno scorso: “Certo, in quasi trent’anni di giornalismo si impara a dubitare delle proprie idee, e comunque a usare in maniera più accorta le parole. Certo, è molto importante aprirsi alle opinioni degli altri, e guai a chi si illude di avere già capito come funziona il mondo e chiude porte e finestre alle novità in corso. Certo, l’attitudine alla polemica non deve far mai venire meno una certa qual cavalleria, così che i modi non siano mai così rozzi da gettare una cattiva luce anche sulle migliori ragioni. Certo l’accortezza dello stile, la misura dello scrivere devono essere sempre ben temperati, perché solo così si riesce a dominare la materia grezza delle emozioni e a trasformarla in discorso, in ragionamento. Certo, soprattutto in un periodo così acido e arroventato, la responsabilità di chi scrive è particolarmente alta, ed è gravemente sbagliato gettare benzina sul fuoco. Ciononostante, sono assolutamente sicuro che l’idea di intitolare alla mamma di Berlusconi un nuovo club di Forza Italia sia una delle più spaventose cagate degli ultimi cento anni”.
Chapeau
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