I membri della chiesa

Dopo i casi di pedofilia che hanno coinvolto il vescovo di Palm Beach Joseph O’Connell (che sostituiva il predecessore Joseph Simonis, accusato dello stesso reato), il cardinale di Boston Francis Law, il vescovo ausiliario di Parigi Jean Di Falco e il vescovo di Poznan Julius Paetz, Giovanni Paolo II ha ritenuto opportuno intervenire con decisione e lanciare un duro monito contro gli scandali sessuali che coinvolgono la chiesa e i suoi membri. Ma soprattutto i membri dei membri della chiesa. Nella lettera ai sacerdoti del giovedì santo il Sommo Pontefice non ha utilizzato mezzi termini. Ma neanche termini interi: «Scjamo perscionalmente scosci nel profondjo da pecati di alcunji gnostrji fratelji che hanno tradgito lla gracia riscievjuta dall´ordinascjione, scjedendo alle pesggjori manifjestascjioni de pecato». In attesa che il senso delle parole del Papa venga svelato, gli accusati si difendono con fermezza: alcuni si dichiarano sconvolti dall’essere oggetto di una campagna denigratoria, altri sostengono di essere vittime di un grosso equivoco: «Abbiamo solo applicato l’insegnamento “lasciate che i bambini vengano a me”: si faceva un po’ per uno. A volte arrivavano loro, altre volte erano loro che facevano venire noi». La diocesi di Palm Beach, in ogni caso, si è vista costretta a specificare che, al di là di quanto si sostiene in alcune sacrestie locali, la fellatio, per quanto possa essere un termine latino, non è il sacramento che viene dopo la cresima.

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