Il vero trionfo l’ha ottenuto Fiorello. Non martedì sera, ma stamattina su Repubblica, sdoganato (meritoriamente) persino da Michele Serra che, a seguito di un sovrumano sforzo di memoria, si è ricordato che Fiorello era quel fesso che faceva il Karaoke dentro uno strano e molto diffuso elettrodomestico ai tempi in cui lui era direttore di un giornale di satira e l’ex animatore una delle presunte icone del “berlusconismo”. Fiorello ora spara a raffica battute sul conflitto di interessi e sulle rogatorie, e Serra possiede un televisore: è incredibile come la vita abbia comunque la capacità di stupirci. Inutile specificare che la seconda serata del Festival non ha riservato sorprese: l’azienda produttrice del sonnifero Roipnol, in ginocchio da martedì sera, ha intestato a titolo gratuito il 15% di quote della società ad Alexia per aver contribuito a svegliare di soprassalto 16 milioni di italiani. La boutade del lancio di uova a Benigni partorita dal Gabibbo di destra Giuliano Ferrara (ci perdoni Ricci per l’ardito paragone e la lesa maestà: trattasi comunque di pupazzi) ha dato adito alle prevedibili polemiche. Pierluigi Diaco ha ribadito le motivazioni dell’idiota gesto: «Io mi sono solo difeso, quello ce l’ha su con me. Ha persino girato un film in cui mi diffama: le preferenze sessuali fanno parte della sfera del privato e non possono essere oggetto di dileggio». Sono occorsi soli 25 minuti per spegare a Diaco che la nuova pellicola di Benigni si intitola “Pinocchio”, con la P.
Cronache Sanremesi/3
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